Metti che un giorno di fine inverno capiti a Varazze e hai un grande appetito di cucina ligure.
Metti poi che quello stesso giorno sei anche fortunato: capiti in un posticino interessante non solo per il suo menù.
Un ingresso seminascosto rispetto alla strada: l’insegna scritta con il gesso su una lavagna.
Mi accoglie un rustico e fiorito dehor dai dettagli variopinti.
Alle pareti, l’intonaco scrostato e qualche specchio; in alto una leggera pioggia di vecchie lampade a sospensione; ai lati una bilancia con vigorosi ciclamini e una lampada ad arco con un romantico cappello a frangia.

L’aria tiepida e i tavolini all’esterno invitano ad accomodarsi, ma la curiosità di entrare ha la meglio.
Appena entrati si ha la sensazione di tornare indietro nel tempo agli anni Cinquanta: l’atmosfera è familiare, casalinga, accogliente, sincera.
Il primo sguardo cade sulla cucina e sul lungo piano di preparazione delle pietanze.
Tutto è lasciato a vista: il servizio di piatti impilati, le pentole, i fornelli, il barattolo del sale.

Intorno a me un allestimento vintage: complementi d’arredo e accessori d’altri tempi.
Una commistione ragionata di singoli pezzi tutti diversi tra loro: le sedute e i tavoli, le credenze, i lampadari, piatti bicchieri e posate.

Tutto è sintesi di modernariato, gusto retrò, puro design di una volta che sembra essere lì da sempre.
E invece no.
Il locale era originariamente un semplice e non rifinito magazzino di giocattoli. L’interno e l’esterno oggi sono il risultato di un nuovo allestimento.
Oggi, e da quasi 5 anni, in questo locale niente è lasciato al caso, ma frutto della mente ispirata e creativa della proprietaria.
Ogni dettaglio è stato scelto e acquistato personalmente e non si ripete mai due volte.

Il segreto per la riuscita di questo mix?
Dalle piastrelle del pavimento ai lampadari, dalle credenze alle stoviglie invecchiate, dallo scrittoio del bagno alle pareti non finite, tanti elementi diversi ma legati da un sapiente abbinamento.
I materiali sono il legno, la formica, il vetro, il cristallo, il ferro, la ceramica.
Le forme sono i cerchi, gli archi, gli esagoni, gli ovali, il trapezio, il rettangolo.

I colori sono variegati, tenui, ravvivati dal rosso delle tele e dell’abatjour.
Gli angoli sono stondati, i lampadari sono candelabri, sfere.
Le pareti sono diverse: fatte di tinte scrostate, di carta da parati dalla fantasia bicolore, romanticamente rivestite di pagine di libro.
Gli specchi dalle cornici diverse movimentano lo spazio: ogni pezzo è unico.


Infine, la luce filtrata del primo pomeriggio accentua lo spirito accogliente di questa piccola Osteria, dal vestito vintage e ricco di ispirazione, trascurato solo in apparenza.

Non mi resta che tornare presto per scoprirne il fascino della sera.
E deliziarmi con qualche nuova speciale pietanza, servita su un prezioso e ricercato Ginori d’altri tempi.
Grazie, Garbassu Piccola cucina genovese, Varazze.